Glasgow Warriors-Northampton Saints 27-20 (Heineken Cup)

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I Glasgow Warriors chiudono l’avventura europea con una grande vittoria, al termine di una gara divertente e combattuta, che segna l’ultimo turno di Heineken Cup e l’ultima partita della massima competizione europea, per questa stagione, in Scozia. Northampton lascia la Heineken Cup ma si qualifica per i quarti di finale di Amlin Challenge Cup, nonostante la sconfitta, a causa della contemporanea debacle casalinga di Castres contro Ulster.

La gara ha un senso per entrambe, perchè se è vero che i Saints, potenzialmente, sarebbero ancora in lotta per un posto come migliore seconda, con conseguente conquista dei quarti di finale, i Warriors, già eliminati da tempo, hanno comunque l’obbligo morale di non chiudere la competizione a secco di vittorie.

Ciò detto, come domenica scorsa al Murrayfield, anche oggi allo Scotstoun Stadium sono gli ospiti ad avere tutta la pressione sulle spalle. I Saints, due edizioni or sono finalisti di Heineken Cup a Cardiff e “campioni” per un tempo (prima di cedere al ritorno di Leinster) stanno vivendo una stagione altalenante, ma l’uscita dalla coppa, in un girone difficile ma non impossibile, sarebbe un colpo duro per le loro ambizioni.

I Warriors giocano a mente serena e dopo dieci minuti sono già avanti 6-0, grazie a due piazzati di Jackson; le punizioni concesse per entrata laterale nella mischia e, la seconda, per fuorigioco dopo calcio di liberazione dai 22m (coi compagni di squadra partiti davanti al pallone), errori imperdonabili per una squadra che non deve solo vincere, ma fare anche almeno quattro mete per tenere vive le proprie speranze. Poco dopo Myler accorcia le distanze (6-3, piazzato da sotto i pali) e Wilson va vicinissimo a marcare (il TMO non concede la marcatura perchè l’ala dei Saints tocca la linea laterale) ma è il gioco complessivo mostrato dagli inglesi che, al momento, non convince. Addirittura, un’affrettata chiamata del direttore di gara (che si scusa con i Warriors) interrompe una ripartenza “calcistica” di Matawalu che, intercettato un avanti dei Saints, si stava involando verso la linea di meta avversaria. L’azione era nata da una touche in favore degli inglesi ai cinque metri, sul lato sinistro di attacco a seguito di una punizione calciata fuori. Dalla mischia concessa con troppa fretta, nasce la prima meta del match, con Waldouck che va oltre la linea proprio sotto ai pali. Hodges si consulta ancora con il TMO prima di concedere la marcatura, che Myler trasforma per il primo vantaggio inglese, 6-10. Sono ancora i Warriors a rendersi pericolosi prima della fine del parziale, ma il risultato non cambia quando Hodges decreta la fine del primo tempo.

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Nella ripresa sono ancora i Warriors a bene impressionare, guidati dall’ispiratissimo Matawalu. E, non a caso, sono proprio i Weegies a marcare la prima meta del secondo tempo con Josh Strauss, che va oltre di forza al termine di un’azione insistita. Scott Wight, che nel primo tempo ha preso il posto dell’infortunato Ruaridh Jackson, trasforma e porta avanti Glasgow, 13-10. I Saints sembrano confusi, però nel baillame coinciso con le sostituzioni a metà ripresa trovano, quasi insperata, la meta del controsorpasso, con Pisi che coglie impreparata la difesa degli scozzesi e va a marcare nell’angolo. Lamb, che ha sostituito Myler all’apertura, non trova la trasformazione da posizione comunque difficile e la gara resta apertissima (13-15) a poco più di venti minuti dal termine.

Sono ancora i Warriors a passare, stavolta con Matawalum (meritatissimo man of the match) che, spostatosi all’ala dopo l’ingresso in campo di Sean Kennedy, intercetta a metà campo un ovale giocato malissimo dai Saints e corre a marcare sotto i pali, con lo Scotstoun che esplode (4193 spettatori, quest’oggi). Wight è preciso e dopo aver fallito, poco prima, un piazzato, trasforma agevolmente per il 20-15 (66′). I Saints adesso devono fare quasi un’impresa, non solo per le quattro mete, ma addirittura per vincere l’incontro. Tuttavia, al termine di un’azione confusa in cui, non solo a mio parere, c’è stata un’ostruzione di un giocatore inglese non rilevata dal direttore di gara, l’estremo della nazionale della Rosa, Ben Foden,  trova la meta del pareggio. Lamb non trasforma e a meno di dieci minuti dal termine (71′) le due squadre sono sul 20-20. I Saints, però, sono ad una sola marcatura dal punto di bonus offensivo e, nonostante la prova incolore, hanno ancora la possibilità di centrare il bottino pieno. Il rugby, però, è uno sport dove la legge è “dura ma giusta” e infatti, dopo che Northampton resta in quattordici (sin-binned Waller) Peter Horne trova, a tempo scaduto, la meta della vittoria per i Warriors, al termine di una grande azione solitaria. Si incarica della trasformazione lo stesso Horne, che fissa il risultato sul 27-20 finale.

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