Scozia, Mark Dodson elogia “il cambiamento che rivoluzionerà il rugby scozzese”

20140220-011609-pm.jpgEdimburgo – Sarà un anno importantissimo per il rugby scozzese, quello che proietterà la nazionale verso la prossima Coppa del Mondo, e tutto l’ambiente vuole arrivarci pronto.

Mark Dodson, chief executive della SRU, ha parlato sabato mattina nel corso del tradizionale “Annual General Meeting” che si è tenuto presso la Heriot-Watt University di Edimburgo ed espresso concetti che, fin dalla conferenza stampa di presentazione dello storico accordo con BT, sono entrati a far parte della quotidianità del rugby scozzese.

Dodson non ha esitato a definire “rivoluzionari” i cambiamenti che sono sopraggiunti negli ultimi tempi, sia in campo sia, soprattutto, fuori, con due grandi sponsorizzazioni (prima l’accordo con Macron per la fornitura delle divise da gioco, poi quello già citato con BT, che ha anche visto, per la prima volta nella storia, il Murrayfield Stadium ‘cambiare’ nome). 

“Abbiamo studiato un piano d’azione circa il rugby a livello scolastico e giovanile, la crescita del nostro settore tecnico, le Accademie gestite dalla SRU e il rugby femminile che rivoluzionerà il rugby scozzese e coinvolgerà tutto il Paese. Abbiamo, adesso, la possibilità di creare una nuova era per il rugby scozzese: un futuro con solide basi finanziarie, grazie all’accordo con BT, che verrà gestito da una federazione ‘rivitalizzata’, un futuro che vedrà le nostre scuole e le nostre accademie sfornare talenti per le nazionali e per i nostri club”.

Alcuni dati provano, in maniera inconfutabile, i progressi e i risultati positivi ottenuti dalla SRU negli ultimi anni: il debito continua a ridursi ed è, adesso, ai minimi storici (l’accordo con il colosso britannico delle telecomunicazioni lo ha, di fatto, azzerato), il turnover ha creato quasi un milione di sterline di ricavi, e i fondi per il supporto e lo sviluppo dei club è cresciuto del 16%, arrivando a £2.25 milioni, con l’obiettivo concreto di portarlo a £3 milioni per la prossima stagione. Nei prossimi quattro anni, inoltre, la SRU metterà a disposizione altri £1.6 milioni per dare la possibilità ai club di investire in strutture e altri progetti.

Per quanto riguardo lo sviluppo delle Accademie, punto fondamentale per lo sviluppo e la crescita del rugby scozzese, è stato già firmato un accordo con l’Università di Aberdeen, che ospiterà la sua prima accademia ad Hillhead, mentre sono in corso trattative per per creare altre sedi in North Lanarkshire; stanno inoltre progredendo i progetti del Borders Campus a Galashiels e quello della Heriot-Watt University di Edimburgo.

Per quanto riguarda i risultati ottenuti ‘sul campo’, la Scozia ha presentato solo qualche mese fa il nuovo head coach, Vern Cotter, che ha iniziato il suo lavoro nei test match estivi vincendone 3 su 4 e convocando più di 50 giocatori, mentre la nazionale e i due club hanno attirato sugli spalti più di 550mila spettatori.

L’attenzione nei confronti dei due club sarà ancora maggiore, perché Dodson, pur facendo i complimenti ai Glasgow Warriors per la finale di Pro12 raggiunta, ha chiesto loro di fare ‘un passo in più’, chiaro segnale che la prossima stagione, per i Glaswegians, sarà davvero quella della definitiva consacrazione tra le ‘grandi’ celtiche, mentre il chief executive ha riservato parole di elogio per il lavoro svolto da Edinburgh Rugby durante il mercato, per aver firmato tanti giovani ragazzi scozzesi nel processo di ricostruzione della squadra affidato alla cura di Alan Solomons.

L’accordo appena firmato con BBC Scotland per la trasmissione in chiaro delle gare di Pro12 che vedono coinvolti i club scozzesi va, anch’esso, nella direzione segnata dalla SRU: la crescita del rugby scozzese passa anche dalla sua maggiore visibilità. 

Come avevamo detto in questo articolo, pubblicato su DotRugby un paio di mesi fa, la SRU sta davvero facendo sul serio e i soldi dell’accordo con BT sono arrivati al momento giusto, perché vanno a finanziare un progetto ambizioso (soprattutto quello  su Accademie e rugby femminile, senza dimenticare l’attenzione sempre riservata al Sevens), garantendogli una solidità finanziaria che, di questi tempi, è sicuramente invidiabile.
Gli investimenti, come mi disse un grande imprenditore italiano qualche anno fa, vanno fatti quando la maggior parte dei concorrenti si lamentano per la crisi. Sembra che questo adagio sia stato condiviso in pieno, dalle parti del Murrayfield. Vedremo, già dal prossimo 6 Nations, se arriveranno i risultati sperati.

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